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Non è crisi: è una scelta. E ci stanno scegliendo di eliminare.
Non siamo dentro una crisi. Siamo dentro un piano. Lucido, cinico, deliberato.
Ogni taglio ai servizi sociali non è casuale. Ogni legge che smantella diritti è una scelta. Ogni euro tolto alla sanità, all’assistenza, alla scuola pubblica… è un segnale chiaro: non servite più.
I fragili? Inutili. I malati? Un peso. I poveri? Un fastidio. Chi non produce? Da ignorare, o da far sparire nel silenzio.
È un’operazione chirurgica: separare chi ha valore economico da chi no. La nuova selezione naturale la fanno con le finanziarie e i decreti. Chi resta indietro, lo fa per “colpa sua”. Così dicono.
Intanto si spendono miliardi per grandi opere inutili, missioni militari, benefit ai politici e nomine clientelari. Si accendono riflettori sulle “eccellenze”, ma si lasciano milioni di persone al buio.
Ogni volta che tagliano un diritto, stanno dicendo: “Tu non conti nulla.” Ogni volta che finanziano la guerra e ignorano la povertà, stanno scegliendo da che parte stare.
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