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Vacanze di Stato: quando la politica gioca a fare la VIP
Mentre molti italiani fanno i conti con l’inflazione e i tagli ai servizi pubblici, c’è chi vola in America per le vacanze di Pasqua – ovviamente a spese dei contribuenti. La premier, che dovrebbe rappresentare il Paese con sobrietà e senso del dovere, sembra invece dedicarsi più volentieri alla passerella internazionale che alla difesa degli interessi nazionali.
Perché recarsi negli Stati Uniti a parlare "per l’Italia", quando il nostro ruolo strategico si inserisce principalmente nel contesto dell’Unione Europea? Qual è l’utilità di questi viaggi, se non quella di rafforzare relazioni personali e fare bella figura, senza però ottenere risultati concreti per i cittadini italiani?
L’impressione è quella di una classe dirigente distante, scollegata dalla realtà quotidiana delle persone, e più preoccupata di compiacere i poteri internazionali che di trattare seriamente per il bene del Paese.
Da anni l’Italia soffre le conseguenze di scelte sbagliate, firmate senza dibattito, senza visione, e senza coraggio. E mentre il declino continua, chi ha il potere sembra più attento alla propria immagine che al destino della nazione.
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